giovedì 12 novembre 2009

New Editors



Ero prevenuto, lo ammetto.
Quando ho saputo della conversione elettronica degli Editors nel loro nuovo album, ho storto il naso, così come avrà fatto la maggior parte dei loro fans. Il percorso poi è fin troppo scontato. Dai Joy Division (band alla quale da sempre sono stati accostati) ai New Order.

In realtà le differenze tra quella che fu la metamorfosi JD-NO a quella appena compiuta dagli Editors sono molte, e apparentemente tutte a svavore di questi ultimi.

In primis i Joy Division, con la morte di Ian Curtis, avevano perso la voce e la mente del gruppo in un colpo solo e difficilmente avrebbero potuto continuare quel percorso agli stessi livelli.
In secondo luogo venivano da due capolavori assoluti come Unknown Pleasures e Closer e soprattutto dalla pubblicazione di alcuni brani inediti che personalmente ritengo tra i più belli mai scritti nella storia della musica: Atmosphere, Love Will Tear Us Apart, Transmission.
Insomma solo le più grandi band della storia (altro esempio, i Radiohead da Ok Computer a Kid A) possono passare con disinvoltura dal rock (in tutte le sue sfaccettature) all'uso predominante di strumentazione elettronica, senza rischiare di fare una figuraccia.

Gli Editors al contrario vengono dalla pubblicazione di due ottimi album (non masterpiece), sono ancora una band emergente sulla scena mondiale, e sicuramente non hanno ancora raggiunto quella maturità tale da poter far un salto così importante. Inoltre, in questo momento l'uso dell'elettronica in chiave 80 è così diffuso, che il rischio è quello di cadere nella banalità.

Fatte queste doverose premesse devo dire invece che il nuovo album della band di Birmingham, In This Light and On This Evening , è una bella sorpresa.
Al contrario dei New Order, dove l'assenza di Ian Curtis cambiò radicalmente non solo la parte vocale ma anche quella musicale della band che passò da delle sonorità tipicamente dark-rock a qualcosa di molto più easy-pop, gli Editors sono riusciti a dare continuità al loro suono, a non stravolgerlo, alleggerendo il "dolorso" passaggio dalla chitarra ai synth.
In This Light and On This Evening troviamo ritmiche dance, batterie e tappetti elettronici new wave tipicamente 80, ma tutto sembra ricondurre e allinearsi alla perfezione con le sonorità dei due precedenti album, The Back Room e An End as a Start, quando i ragazzi impugnavano ancora la chitarra. Tom Smith dimostra di avere una voce che si adatta con facilità ai diversi ambiti sonori riuscendo a mantenere la stessa identica impostazione canora. Quindi, anche se la metamorfosi è stata sicuramente improvvisa-prematura, possiamo dire che gli Editors ne escono a testa alta, tra gli applausi.

Voto 6,5

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