martedì 9 febbraio 2010

Google Buzz

Ci mancava Buzz
Google trasforma la sua piattaforma Gmail in una sorta di social network, che in realtà social network non è.
La scelta fatta dall'azienda sembra essere una via di mezzo tra la vecchia piattaforma di email (Gmail) e il forse troppo complesso (e poco social) Wave, rilasciato in versione beta appena due mesi fa.

Con Buzz Gmail diventa così social network, microblogging, geolocalizzatore, ma anche aggregatore, applicazione mobile, chat.
I confini tra le conversazioni e tra le stesse piattaforme si assottigliano sempre più e le reti continuano a cambiare e ad evolversi velocemente. Ma in questo enorme caos, se ci allontianiamo un attimo, sembra comparire un disegno comune che definirei social and real time web.

Il video ufficiale di Google Buzz.

domenica 7 febbraio 2010

Heligoland, una terra conosciuta



Quando l'aspettativa è alta e l'attesa molto lunga, si rischia spesso di rimanere delusi.

Heligoland, che segna il ritorno dei Massive Attack dopo circa 7 anni dal precedente lavoro 100th Window (realizzato tra le altre cose dal solo Robert Del Naja), è un album che si lascia ascoltare, dove ritroviamo sonorità a noi familiari, ma che in definitiva non ci arrichisce.

Heligoland sembra riprendere il percorso iniziato con Mezzanine ed interrotto con l'elettronico e sofisticato 100th Window, mescolando sonorità acustiche a synth, chitarre a batterie e bassi elettronici, il tutto però in una chiave decisamente meno dark.
Delle diverse collaborazioni presenti nell'album poche lasciano veramente il segno. Damon Albarn, voce in Saturday Come Slow, svolge egregiamente il compito assegnatogli, ma la verità è che questo si rivela fin troppo semplice.
Decisamente più interessante la prima traccia dell'album Pray for Rain dove Tunde Adebimpe partecipa non solo vocalmente al brano ma ne influenza la forma e la sostanza con i suoi Tv On the Radio.
Nulla da ridire sulle tracce cantate da Martina Topley (ex musa di Tricky) e dall'immortale Horace Andy: le loro voci (in Babel e Girl I love you) sono tra le cose migliori dell'album e si amalgamano alla perfezione con i suoi di Del Naja e Daddy G.
Le altre tracce, in primis Atlas Air e Splitting the Atom, deludono, così come la collaborazione con Guy Garvey degli Elbow (Flat of the Blade).


Nel 2003, con 100th Window, Del Naja era riuscito ad aprire nuovi scenari in quei di Bristol (così come hanno fatto magnificamente i Portishead nel 2008 con Third), ma nel caso di Heligoland il duo non sembra neppure provarci, preferendo una strada ben nota e già tracciata diversi anni fa (e quindi anche già sentita) e dando di consequenza poco spazio alla sperimentazione. E si sa, il ripetersi ad alti(ssimi) livelli, è cosa difficile e la linfa creativa spesso viene a mancare.

Heligoland è semplicemente un buon album (come ce ne sono molti fortunatamente) ma siamo ben lontani dalla bellezza, genialità, purezza e soprattutto dall'originalità di Blue Lines e Mezzanine, i due capolavori che avevano reso i Massive Attack una delle band più innovative della scena musicale degli anni 90.

voto: 6,5